La prostituzione e la Chiesa Cattolica

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La Chiesa Cattolica è  contraria, alla prostituzione, anche se, storicamente, l’ha sempre tollerata.

Nell’antica Palestina le bambine adottate o le schiave potevano essere costrette a prostituirsi anche se per gli Ebrei, esercitare la prostituzione e andare a prostitute, era proibito.

I VANGELI

Nei Vangeli celebre è la parabola della prostituta (Luca 7 36-50) nella quale una meretrice entra a casa di Simone, un fariseo, dunque uomo formalmente irreprensibile, e con grande stupore dei presenti, suscitando scandalo, si mette a lavare i piedi di Gesù ed ad asciugarli con i capelli.

La prostituta era impura e, per la rigida mentalità degli scribi e dei farisei,  non si sarebbe mai dovuta permettere di toccare un uomo “puro” come Gesù, che invece, dopo aver apprezzato il suo gesto di umiltà, rimarcandolo ai presenti,  le dirà :” i tuoi peccati (che sono molti)  ti sono perdonati..la tua fede ti ha salvata”, e successivamente avrà modo di dire anche  :”i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio”. (Mt 21,28-32).

Ma non è questa la sede per commentare le parabole e le considerazioni di Gesù sul peccato e la prostituzione; la parabola in oggetto  non fa altro che rappresentarci la situazione di quell’epoca, la prostituzione veniva esercitata, era considerata un mestiere impuro, ma veniva tollerata.

IL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI

Nel cristianesimo delle origini la prostituta è colpevole di un grave errore morale, ma può essere salvata dalla fede come accade per l’adultera (Luca 7 36-50 ):”… neanche io ti condanno. Va e d’ora in poi non peccare più. “.

Sant’Agostino nel “De Ordine” scrive:” Che cosa di più sconcio, di più vuoto di dignità, di più colmo d’oscenità delle meretrici, dei ruffiani e simile genia? Eppure togli via le meretrici dalla vita umana e guasterai tutto col malcostume. Mettile al posto delle donne oneste e disonorerai tutto con la colpa e la vergogna. E così tale genia di persone, a causa dei propri costumi, è la più laida nella vita, per disposizione di legge la più bassa di condizione. Non avviene che se consideri a parte certi organi nel corpo degli animali, ti rifiuti quasi di guardarli? Tuttavia la legge naturale ha disposto che non manchino perché sono necessari, ma non ha permesso che apparissero di troppo perché non sono belli a vedersi. E queste parti deformi, occupando il posto competente, hanno lasciato il migliore alle parti più degne” (De Ordine II, c. 4, 12).

Anche se con la straordinaria intelligenza ed acutezza che lo contraddistingue, Sant’Agostino affermava che la prostituta nella società fa :” quel che fa la sentina nella nave, o la fogna nel palazzo: togli la fogna, e riempirai di puzza il palazzo, e lo stesso per la sentina: togli le prostitute dalla società, e la riempirai di sodomia”. Affermando altresì che la Città terrena:”rende l’andare a prostitute una turpitudine lecita”.

LO STATO PONTIFICIO

Successivamente lo Stato pontificio, che doveva comunque governare anche la parte terrena del suo Regno , capendo che non era possibile vietare  la prostituzione, la regolamentò cercando pure di trarvi profitto.

Le cd “donne curiali” ovvero le prostitute, dipendevano da una licenza rilasciata dalla Curia romana”.

Nel XI secolo si calcola ci fossero oltre 10 mila prostitute. Con grande praticità , i soldi ottenuti dalla tassazione sulle prostitute , venivano investiti in monumenti e opere pubbliche.

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

Il Catechismo della Chiesa Cattolica offre le suo considerazioni in ordine alla Prostituzione nella Parte terza,  “La Vita in Cristo”. Più in particolare, nella Sezione  Seconda esamina  i Comandamenti. Ed ancora,  nel  Capitolo Secondo  fa riferimento  al  Comandamento dell’Amore,  “Amerai il prossimo tuo come te stesso” per poi andare ad analizzare la portata e le implicazioni del  sesto comandamento

« Non commettere adulterio » (Es 20,14). 

Da qui sviluppa tutto un ragionamento sul ruolo dell’uomo e della donna e della loro sessualità; sino ad arrivare al concetto di castità, di cui configura le condotte che possono porsi come offesa ad essa.

Tra le offese alla castità troviamo  la prostituzione che è esplicitamente presa in considerazione nel numero “2355”:” La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. La prostituzione costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini, bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia l’imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale”.

LA POSIZIONE DEL PAPA

Papa Bergoglio (secondo le dichiarazioni da lui rese il 19. 3 2018 durante il pre-Sinodo al pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma) attacca senza se né ma, la prostituzione definendola come un crimine contro l’umanità, che nasce da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata. E condannando in particolar modo gli Italiani che vanno a prostitute ,calcolando che  il 90% , che vanno a prostitute, siano battezzati e quindi senza scuse.

Il Papa  definisce la prostituzione “una malattia e  “uno schifo” constatando, amaramente, come “non ci sia femminismo che sia riuscito a togliere questa mentalità dalla coscienza maschile e dall’immaginario collettivo”. La prostituzione che riflette un modo di pensare sociale è un crimine contro l’umanità”. Il pontefice auspica il  perdono “per tutti cattolici che cercano il sesso con le prostitute”.

 

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