Donato Bilancia e la triade di MacDonald

| Criminologia

Un serial killer italiano

L’analisi del feroce serial killer Donato Bilancia può porre certamente riflessioni criminologiche sull’an dei crimini da quest’ultimo commessi e sull’esistenza di segnali di avvertimento che avrebbero potuto generare attenzione su possibili frustrazioni e disagi che sin da bambino mostrava di avere.

Bilancia nacque il 10 luglio 1951 a Potenza ma dopo pochi anni la famiglia si trasferì ad Asti e successivamente a Genova.

La situazione familiare non era delle migliori in quanto sia Donato che il fratello (più grande di 18 mesi) venivano spesso picchiati per trasgressioni anche insignificanti alle regole dettate dal padre.

Il primo segno di disagio venne dimostrato con l’enuresi notturna che portò, tuttavia, ad una reazione alquanto inappropriata dei genitori; quest’ultimi generarono ulteriori umiliazioni nel Bilancia per esempio esponendo sul balcone di casa il materasso bagnato di urina cosicché il vicinato potesse vederlo. Bilancia non dimenticò mai questi episodi tanto che anche con lo psichiatra, con cui inizierà una fitta corrispondenza dopo l’arresto, ne parlerà con estremo dolore.

Appare questo, a mio avviso, il primo segnale di disagio che oltre a non essere preso in considerazione venne altresì utilizzato per deridere e mettere in punizione il bambino.

Ancora più significante l’umiliazione a cui venne sottoposto Bilancia, quando,  durante le vacanze estive a Potenza, fu denudato dal padre davanti alle cugine per mostrare loro il pene poco sviluppato del figlio.

Durante le scuole elementari Bilancia ottenne, nonostante il suo malessere interiore, voti soddisfacenti mentre mostrò difficoltà durante il periodo delle scuole medie quando venne iniziato al furto da altri ragazzini con cui si frequentava.

Iniziò a mostrare una vera e propria ossessione per il denaro tanto che rincasava tardi a casa per commettere furti, rubava piccole somme di denaro anche ai genitori e tali soldi li spendeva a carte o con le prostitute.

A 14 anni decise inoltre di cambiare il proprio nome che riteneva brutto e pertanto iniziò a farsi chiamare Walter.

Il primo arresto avvenne quando Bilancia aveva 16 anni e l’imputazione riguardava il reato di furto di automobili e accessori connessi; poiché era minorenne trascorse il periodo estivo in un istituto di rieducazione.

Dopo due anni venne nuovamente arrestato per furto e stavolta finì in galera dove conobbe ulteriori cattive amicizie.

I successivi anni furono caratterizzati da furti andati male e da periodi di reclusione in carcere fin quando Bilancia conobbe un esperto ladro che gli svelò i trucchi del mestiere e ciò comportò un vero e proprio salto di qualità confermato dalla grande disponibilità economica di Bilancia.

La sua vita fu però segnata da 3 gravi disgrazie: la morte del fratello per suicidio, un grave incidente da cui uscirà più morto che vivo e il fallimento del negozio che aveva comprato.

Il tradimento di Maurizio

La più grande disgrazia però per Bilancia resterà sempre il tradimento dell’amico fraterno Maurizio: evento che segnerà il passaggio di Bilancia dal compimento dei reati contro il patrimonio al diventare uno spietato serial killer.

Il tradimento avvenne nel 1997 quando durante una partita a dadi l’amico fidato Maurizio Parenti chiese a Bilancia di accompagnarlo nella bisca in cui lavorava come buttafuori; all’arrivo Donato-Walter notò che si giocava forte in quella bisca e vinse molti soldi quella sera.

Tornando però le sere successive perse molto di più e comprese di essere stato raggirato quando ascoltò Maurizio parlare al bagno con il proprietario della sala e dire: “Hai visto in che modo sono riuscito a portarlo qui da noi?”.

Bilancia capì quindi di essere stato tradito da colui che considerava come un fratello e vide crescere sempre di più un sentimento di odio nonché un’irrefrenata voglia di uccidere entrambi gli uomini.

I primi omicidi

Decise quindi di premeditare il primo omicidio ossia quello di Giorgio Centenaro (il proprietario della bisca); riuscì infatti a risalire all’indirizzo dell’uomo e lo convinse a salire in casa con la scusa di fare una partita a carte.

Arrivati nell’appartamento gli ordinò di spogliarsi e poi lo legò con del nastro adesivo tappandogli naso e bocca con le mani e soffocandolo.

Procedette quindi con il secondo omicidio.

All’amico Maurizio inventò di volergli far vedere degli orologi da collezione e una volta entrati nel portone estrasse la pistola o lo imbavagliò. Nell’appartamento lo legò ad una sedia e si fece dire dove teneva i soldi; tuttavia la moglie di Maurizio, Carla Scotto, si accorse dell’accaduto e così Bilancia imbavagliò anche lei.

Dopo aver svuotato la cassaforte, al fine di sviare le indagini e far sì che si potesse pensare ad un omicidio per furto, li condusse in camera da letto e sparò loro.

Bilancia diventa un serial killer

Pur avendo compiuto la sua vendetta Bilancia non si fermò; capì che aveva un incontrollabile bisogno di uccidere ed infatti dirà successivamente, sempre al suo psichiatra, che riscontrava la presenza di due sé: B1 e B2, fino ai due omicidi B1 era riuscito a controllare B2 poi però B2 aveva preso il sopravvento.

Il 27 ottobre 1997 ucciderà i coniugi Solari; il piano era quello di mettere in atto una rapina ma alle urla della donna, Bilancia perse la testa e sparò ad entrambi.

Il 13 novembre 1997 derubò il cambiavalute Luciano Marro e gli sottrasse 45 milioni di lire poi lo uccise per evitare che potesse testimoniare contro di lui.

Importante accennare che fino a questo momento gli omicidi sono guidati dalla vendetta (prime tre vittime) o dal bisogno di soldi (ultime 3 vittime) ma le successive uccisioni riveleranno come Bilancia avesse solo bisogno di compiere omicidi senza essere spinto da fini ulteriori.

A gennaio 1998 sparò a Giangiorgio Canu ed il 9 marzo dello stesso anno uccise una prostituta dopo aver avuto un rapporto sessuale con lei. In due mesi uccise poi 9 persone:
– Ludmilla Zubckova un’altra prostituta alla quale sparò dopo una fellatio;
– Enzo Gorni, cambiavalute;
– Candido Randò e Massimiliano Gualillo, due metronotte i quali morirono pur non essendo i reali bersagli di Bilancia. Quest’ultimo si era infatti appartato con John Zambiano, un transessuale che accortosi della pistola di Bilancia riferì ai guardiani di essere in pericolo, così il killer uccise i due metronotte e sparò 3 colpi al viado che però riuscì a sfuggire ed a fornire il primo identikit dell’assassino della Liguria;
– Terry Asodo, prostituta nigeriana morta con un colpo alla testa dopo aver avuto un rapporto sessuale con Bilancia;
– Luisa Cimminelli doveva essere la prossima vittima ma con la pistola puntata alla testa la donna lo supplicò dicendogli di avere un bambino di due anni e coì Bilancia impietosito la lasciò viva;
– Elisabetta Zoppetti, persona comune uccisa all’interno del treno La Spezia-Venezia, precisamente dentro il bagno;
– Mema Valbona, prostituta albanese;
– Maria Angela Rubino, persona comune uccisa sul treno Genova-Ventimiglia in cui si verificò un fatto nuovo ossia Bilancia si masturbò accanto al cadavere;
– Giuseppe Mileto, benzinaio ucciso con un colpo alla testa.

Il Modus operandi

È evidente che solo i primi due omicidi sono caratterizzati dalla morte per asfissia meccanica, negli altri la morte è sempre avvenuta per ferite da arma da fuoco che sono stata inferte nella parte alta del corpo (testa o tronco) con un rito ormai usuale per Bilancia ossia giacca sulla testa della vittima e colpo di pistola e senza segni di overkilling.

Altra caratteristica principale del modus operandi di Bilancia è l’assenza di segni di aggressione sessuale infatti le prostitute uccise avevano tutte avuto rapporti sessuali consenzienti con il Bilancia e non sono state pertanto aggredite al fine di una violenza sessuale. L’unica particolarità attiene alle pratiche di autoerotismo compiute dal killer sul cadavere della penultima vittima.

Il 6 maggio 1998 Bilancia venne arrestato e oltre alla compatibilità del DNA rinvenuto sulla scena del crimine dell’omicidio Asodo, gli inquirenti hanno avuto a disposizione una piena confessione di tutti gli omicidi commessi compresi quelli di cui non era sospettato.

Bilancia venne condannato in primo grado all’ergastolo con isolamento diurno per tre anni con conferma in appello e in Cassazione.

Il criminal profiling. La triade di Mac Donald

Volendo quindi tracciare un profiling del Bilancia mi sembra opportuno analizzare in primis il momento in cui sono venuti alla luce i disagi del killer.

Ritengo che la presenza di almeno uno dei tre elementi caratterizzanti la triade di MacDonald potesse condurre a comprendere un disagio emotivo ed interiore del bambino.

Ebbene, alcuni serial killer mostrano nella fanciullezza alcuni segnali di avvertimento noti appunto come triade di MacDonald: piromania, crudeltà verso gli animali ed enuresi notturna.

Va chiarito che a tali segnali non consegue in maniera scientifica lo sviluppo di una mente criminale ma ciò non toglie che sono evidenti segni impliciti di problematiche interiori del minore e perciò che ben potrebbero sfociare in atteggiamenti o comportamenti futuri atipici o nella formazione di una personalità complessa e anche criminale.

Nel caso oggetto di analisi Bilancia presentava una grave enuresi notturna accompagnata ulteriormente dall’umiliazione continua a cui veniva sottoposto dai genitori che non rinvenivano in lui una problematica emotiva ma lo incolpavano del gesto.

Il bambino può vedere in un atteggiamento di questo tipo un vero e proprio tradimento da parte delle persone che vede quali punti di riferimento ossia i genitori come allo stesso modo è stato verosimilmente un tradimento per Bilancia il fatto che il padre volesse mostrare a tutti il pene poco sviluppato di Donato; elemento che ha senz’altro deviato la sua sicurezza sessuale tanto che il Bilancia ha sempre avuti rapporti sessuali a pagamento ossia con persone che non avrebbero potuto successivamente rifiutarsi o comunque deriderlo nella sua sfera sociale.

La volontà di cambiare il suo nome può ben essere intesa come un volersi distaccare dalla relazione familiare o comunque da come lo hanno sempre fatto sentire i suoi genitori pertanto potrebbe essere un segno di ribellione: il Donato problematico non c’è più mentre ora esiste il forte Walter.

Tutto ciò, ritengo, che possa far comprendere il motivo per cui Bilancia vede il tradimento di Maurizio Parenti come la cosa più brutta che gli sia capitata; lui sapeva già cosa era il tradimento perché lo aveva sperimentato sin da piccolo quindi non poteva sopportare un’ulteriore sofferenza da colui che riteneva essere come un fratello ossia un punto di riferimento.

Dalle considerazioni appena svolte non emerge pertanto un’incapacità di intendere e di volere ma piuttosto una fragilità emotiva.

Il Bilancia sapeva cosa stesse facendo, pianificava gli omicidi e non agiva per raptus ma dopo un’attenta valutazione dei movimenti delle vittime (ad es. orario di ritorno a casa, analisi di quella che poi sarebbe stata la scena del crimine) in maniera consapevole con ipotesi anche di staging quali il fingere un furto e deviare così le indagini degli inquirenti.

Elemento caratterizzante della personalità del Bilancia appare la tendenza manipolativa nell’approcciare la vittima per esempio avvicina il Parenti con fare amichevole o ancora avvicina le prostitute offrendo loro un lauto compenso.

Nei casi in cui agisce tempestivamente (per esempio le donne uccise sui treni) è perché sa che può riuscire a portare a termine il suo piano omicidiario e ciò induce a ritenere che abbia delle competenze strategiche (criminale professionista).

Non ritengo invece che vi sia assoluta mancanza di empatia infatti è importante sottolineare che il Bilancia uccide le sue vittime ponendo loro una giacca sul volto o facendole girare cosicché non possano guardarlo durante lo sparo ed inoltre ha mostrato pietà nel caso della Cimminelli che lo ha pregato di non ucciderla in quanto madre di un bambino piccolo. Potrebbe piuttosto dirsi che possa appartenere alla categoria dei serial killers missionari dove l’assassino  decide consapevolmente di attuare i propri propositi.

Le vittime dei serial killers missionari sono “ideali”, corrispondono quindi al tipo di persona che a loro giudizio deve essere eliminato dal contesto sociale ed il proposito di uccidere una determinata categoria di persone è dettata da una pregressa esperienza del soggetto.

In genere, il soggetto pianifica il suo attacco, non lasciando sulla scena del crimine utili tracce materiali. Nella ricerca ed individuazione delle proprie vittime, tende anche a non allontanarsi troppo dai contesti che gli sono più familiari. Nel nostro caso Bilancia afferma di “voler fare pulizia dei soggetti tutt’altro che degni di continuare a vivere” affermando inoltre che se non fosse stato arrestato le sue prossime vittime sarebbero appartenute agli esponenti della “mala” genovese quali i gestori di bische.

Conclusioni

In conclusione può dirsi che il Bilancia sia un serial killer organizzato e che siano stati i rari casi di disorganizzazione (per esempio la masturbazione sul cadavere della vittima) ad averne reso più facile l’arresto; il suo movente omicidiario è del tipo psicologico di vendetta per le prime 3 vittime, attuato in un contesto omicidiario in seguito a rapina nei successivi 3 omicidi e per motivi di carattere personale ed emozionale (un vero e proprio bisogno di violenza) negli altri casi.

Appare verosimile una correlazione con la ricerca della propria morte (che Bilancia ha sempre ammesso) e con la vendetta verso le figure genitoriali.

Dott.ssa Ludovica Mancini

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