Abogado o avvocato. Pro e contro

| Esame Avvocato, Notizie

Esercitare la professione come Abogado o tentare nuovamente  l’esame abilitativo per diventare avvocato? Questa è la domanda che almeno una volta si sono fatti tutti coloro che hanno avuto una o più bocciature all’esame abilitativo. Sono tanti coloro che hanno scelto la così detta via spagnola ma, a dispetto delle apparenze (e di quello che si legge on-line), non è una cosa così semplice.

Cosa si intende per Abogado.

L’Abogado non è altro che il termine avvocato in spagnolo. In Spagna per diventare Avvocato (Abogado) prima dell’ottobre 2011 non era necessario alcun esame di abilitazione. Dopo la laurea si conseguiva direttamente il titolo. Dal 2011 le norme sono diventate più stringenti e per diventare Abogado è necessario, oltre alla laurea, il conseguimento di una formazione specialistica (comprendente un periodo di lezioni teorico-pratiche presso una università o una scuola forense con relativi esami, un periodo di pratica forense presso uno studio legale, e una tesi finale: art. 2, co. 1, artt. 3-6 della legge citata) e (iii) il superamento di un esame di Stato di abilitazione (art. 2, co. 1, art. 7 della legge citata). Superato l’esame abilitativo, il ‘Ministerio de Justicia’ rilascia il titolo di abogado.

In realtà, anche per  l’Abogado si dovrebbe parlare di avvocato stabilito. Questo concetto che è decisamente più ampio in quanto ricomprende tutti gli avvocati che hanno conseguito il titolo presso altri paesi europei.

La direttiva sul diritto di stabilimento (Direttiva 98/5/CE recepita in Italia con il D. Lgs. 2 febbraio 2001 n. 96) consente agli avvocati “comunitari” la possibilità di svolgere stabilmente l’attività forense in ogni Stato europeo con il proprio titolo professionale di origine.
L’avvocato che abbia esercitato in maniera effettiva e regolare la professione in Italia per tre anni può chiedere al proprio Consiglio dell’Ordine la dispensa della prova attitudinale e, se dispensato, può iscriversi nell’albo degli avvocati e esercitare la professione con il titolo di avvocato.
Durante il periodo dei tre anni l’avvocato rientrerà nella categoria dei c.d. avvocati stabiliti, e dunque:

  • viene iscritto in’apposita sezione dell’albo;
  • nello svolgere attività giudiziale deve agire di intesa con un professionista dello Stato ospitante abilitato a esercitare la professione con il titolo di avvocato, non sussistendo invece alcuna limitazione rispetto all’attività stragiudiziale;
  • per poter esercitare innanzi alla Corte di Cassazione ed alle altre giurisdizioni superiori, oltre a dover agire d’intesa con un professionista dello Stato ospitante, deve dimostrare di aver esercitato la professione nella Comunità europea per almeno 12 anni, compresi quelli eventualmente già esercitati come avvocato stabilito;
  • deve rispettare le norme legislative, professionali e deontologiche dettate dall’ordinamento italiano;
  • non può avvalersi del titolo di avvocato italiano;
  • deve sottostare al potere disciplinare del competente Consiglio dell’Ordine.

Trascorsi regolarmente i tre anni l’avvocato, se dispensato dalla prova attitudinale, diventa integrato ossia in tutto equiparato al professionista del Paese ospitante.

Oramai nel linguaggio comune, intendiamo con Abogado, qualsiasi avvocato stabilito a prescindere dalla sua nazione di provenienza

Vantaggi e svantaggi nel diventare Abogado.

I pro.

Praticamente l’unico pro che si ha nello scegliere la strada dell’avvocato stabilito, è quello di non dover sostenere in Italia l’esame abilitativo con tutto quello che la preparazione comporta (mesi di studio, eventuale partecipazioni a corsi di preparazione all’esame, stress ecc. ). Se poi si considerano le percentuali di promossi agli scritti che vanno dal 30 al 50% (nella maggior parte delle commissioni) la probabilità di ripetere almeno una volta l’esame è molto alta.

I contro.

Per ottenere il titolo abilitativo spagnolo, è necessario prendere la laurea in Spagna, quindi è importante  la conoscenza dello spagnolo, sostenere alcuni esami all’università e discutere la laurea. Dopo questi passaggi si è automaticamente Abogado. Con il titolo spagnolo si deve chiedere l’iscrizione presso il consiglio dell’ordine del tribunale presso il quale l’Abogado ha stabilito la propria residenza o domicilio professionale. Per potersi iscrivere necessita della collaborazione di un avvocato italiano (praticamente di un dominus) tutto questo per un periodo di tre anni. Alla fine del triennio è necessario fare una domanda allegando documentazione comprovante il numero e la natura delle pratiche trattate, nonché informazioni idonee a provare l’effettivo esercizio dell’attività svolta sul territorio nazionale.  (per maggiori informazioni sulla procedura da seguire consultare il sito del CNF)

Questi aspetti negativi prettamente pratici, riguardano la procedura da seguire che comunque non è semplice né tantomeno economica. Inoltre è necessario sapere per coloro che vogliono intraprendere questa strada (dell’Abogado o dell’avvocato stabilito), che:

  • non potranno iscriversi alle liste dei difensori di ufficio, in quanto il presupposto dell’avvocato stabilito è che ci sia un dominus che lo segue nell’attività giudiziale. Infatti l’Abogado non potrà mai depositare una nomina o un atto senza la necessaria controfirma del proprio dominus;
  • non potranno iscriversi alle liste di coloro che sono abilitati al patrocinio a spese dello stato in quanto la normativa prevede l’iscrizione all’albo ordinario. Mentre in qualità di avvocati stabiliti la vostra iscrizione sarà in un albo “speciale”;
  • ovviamente su ogni atto non si potrà spendere il titolo professionale di avvocato ma quello di Abogados.

Un aspetto di cui nessuno parla è l’aspetto psicologico e morale dell’Abogado. Infatti tra gli avvocati (e non solo quelli di una certa età) c’è la convinzione che gli Abogados siano decisamente inferiori come preparazione e vengono trattati molto spesso con sufficienza e disprezzo.

Personalmente ho sentito molti colleghi utilizzare appellativi dispregiativi e decisamente infelici. Questa incomprensibile assurdità purtroppo è abbastanza diffusa. In primo luogo l’Abogado è una persona come tutte le altre e come tale è necessario sempre e comunque portarle rispetto. In secondo luogo mi domando per quale motivo un Abogado dovrebbe essere professionalmente inferiore a colui che ha sostenuto e superato l’esame  abilitativo in Italia (magari dopo due o tre tentativi). La preparazione di un avvocato non si misura con il voto conseguito all’esame abilitativo.

Questo aspetto è purtroppo il peggiore di tutti e non è da sottovalutare.

Conclusioni.

La scelta di quale strada seguire per conseguire il titolo e poter finalmente esercitare con passione la professione forense è molto personale. Sicuramente anni fa (anche prima dello scandalo dei 500 Abogados italiani a Madrid) le procedure erano anche più facili e snelle. Che voi scegliate la strada dell’avvocato stabilito, o quella di sostenere l’esame abilitativo in Italia, dovete sempre ricordarvi che la professionalità non si acquisisce con un titolo, ma con la passione e la voglia di imparare sempre qualche cosa di nuovo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *